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Giovedì Web
Case per i terremotati
grazie al portale Airbnb
di Samuele Coco
01/09/2016 - 02:00

di Samuele Coco

La notizia è di quelle in grado di riportare fiducia e spirito positivo nei confronti della rete e della sua 'popolazione': Airbnb, il più famoso portale al mondo di condivisione di abitazioni, ha deciso di inserire gli abitanti delle zone colpite dal sisma del Centro Italia nello speciale programma di Risposta alle Catastrofi.

Attraverso questo sistema, le persone che hanno perso casa, o che sono impossibilitati a rientrare a causa delle lesioni subite dall'abitazione, possono ottenere ospitalità gratuita in strutture presenti su Airbnb. Una bellissima che notizia questa, che ovviamente segue le tante altre manifestazioni di vicinanza verso le vittime del terremoto, ma che potrebbe aiutare molte persone che, allo stato attuale, non hanno un posto dove risiedere.

La notizia è stata riportata alcuni giorni fa sul sito dday.it dal direttore Gianfranco Giardina che nel suo articolo ha inoltre spiegato meglio come funziona il programma di Risposta alle Catastrofi attivato da Airbnb. Giardina ha visitato la pagina dedicata al terremoto italiano mostrando il grande numero di host, ovvero persone disponibili ad offrire spazi gratuiti alle persone che lo richiedono.

Il servizio è in questo momento attivo in quattro zone del mondo: due aree della California colpite da violenti incendi; la Louisiana, nuovamente allagata e ovviamente le regioni del Centro Italia con il terremoto. Airbnb ha lanciato il programma di Risposta alle Catastrofi in occasione dell'uragano Sandy nel 2012, e da allora questa speciale iniziativa viene riproposta in caso di catastrofi naturali in tutto il mondo.

Queste iniziative sono temporanee e non rappresentano una soluzione al problema creato da terremoti, inondazioni o incendi, ma sono senza dubbio un primo importante aiuto in una situazione d'emergenza. In molti oggi, accecati dalle cattiverie gratuite postate sui social dai tanti troll, dubitano dello spirito di spontanea unione che la rete avrebbe dovuto creare in questi anni, ma notizie come queste riaccendono un po' la speranza verso il medium e verso le persone: è così che il mondo può diventare comunità.





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